Game Over.

Si può iniziare un disco anche con un titolo cosi, fine.

Il coraggio non manca a Marianne Mirage che ha recentemente presentato il suo primo LP, Quelli come me prodotto dalla Sugar, etichetta di Caterina Caselli,una che in Italia qualche nuovo volto ha saputo riconoscerlo:  Negramaro, Raphael Gualazzi, Malika Ayane, Elisa, Andrea Bocelli solo per citarne alcuni.

10 pezzi che si connettono l’uno all’altro grazie alla voce felpata di Giovanna Gardelli (nome vero di Marianne) nata 25 anni fa a Forlì, ma con radici pugliesi.

Le lingue si mischiano e si alternano nel disco: italiano – ovviamente – ma anche inglese e francese, Marianne compone lei stessa i testi e gli arrangiamenti, e scrive nel linguaggio che in quel momento è il più appropriato. Conosce bene entrambe le lingue, ha viaggiato molto sin da piccola, il padre velista l’ha cresciuta con la passione per il mare e le lunghe traversate, Mar Ionio, Adriatico, Mediterraneo, poi da sola a Berlino, Londra, Parigi.

Marianne ne ha fatta di strada prima di arrivare al primo disco e paradossalmente non passa per la solita gavetta canora che tutti i cantanti sanno di dover fare per accedere al successo. Autodidatta, non frequenta un maestro di canto fino al momento in cui la passione si trasforma in mestiere: il padre le ricordava di non essere una nera dalla voce potente e lei per riscattarsi ha fatto tutto di testa sua, e alla fine anche la testa ha finito per assomigliare a quella di una nera. Capelli riccissimi, leonini: ora sono un vanto, prima venivano passati a fil di piastra o tenuti cortissimi.

Laurea in Lettere e Filosofia a Bologna e poi il trasferimento a Milano al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida di Giancarlo Giannini. Da una parte la passione per la musica, dall’altra la recitazione. Ed è proprio in questo periodo di studio al Centro Sperimentale di Cinematografia che, esibendosi una sera in un locale milanese, lo Straripa, viene notata da un talent scout dell’etichetta Sugar che le propone un provino. Marianne si presenta con una selezione di 60 brani tutti autografi e inediti. Per mesi non ha più notizie tanto che stava organizzando il proprio trasferimento a Parigi, poi, in extremis, la chiamata. C’è un contratto per te.

La voce e la musica di Marianne colpiscono anche Piero Chiambretti che la vuole per nove puntate come ospite fissa al suo Grand Hotel su Canale 5 in seconda serata.

Musica stilisticamente perfetta, quella di Quelli come me, non ci sono sbavature, il genere viene definito Urban Soul, dove la componente soul la fa da padrona, sia negli aspetti stilistici che in quelli più formali; persino il  nome – Marianne Mirage – deriva dalla fusione dei nomi di due band degli anni 60 particolarmente care a Giovanna. C’è spazio anche per una collaborazione con un rapper berlinese, Elija Hook, in Lo so cosa fai, giovanissimo artista teutonico ma di chiare origina africane, a sottolineare che la radice nera si può rintracciare a prescindere dalla lingua in cui viene cantata.

In netta controtendenza rispetto ai suoi coetanei non le piacciono i talent show, tanto che in un’intervista per «Repubblica» si permette di dire «La popolarità non è nulla se non hai qualcosa di vero e urgente da dire». Come darle torto? E dire che era persino stata scartata dal Festival di Castrocaro. Caterina Caselli a tale ammissione di fallimento ebbe a rispondere: «Non preoccuparti, scartarono anche me».