La radio chart dei 10 migliori album reggae del 2020: chi ci sarà al primo posto?
Leggi le recensioni della Penna Verde e scopri la classifica nel podcast di R&D Vibes su Radiosonar, Gemini e Rogna.

Nella prima puntata del 2021 vi portiamo alla scoperta dei migliori lavori discografici reggae del 2020.
Per il quinto anno consecutivo, infatti, la redazione di R&D Vibes ha stilato la classifica degli album più significativi dell’anno appena trascorso e ve la propone dalla posizione numero 10 alla numero 1.

Nelle edizioni precedenti hanno trionfato:
2016: Rockers Disciples meets The Producers – Sound From The Ark (Blackboard Jungle)
2017: Victor Rice – Smoke (Easy Star Records)
2018: Vibronics – Woman On A Mission (Scoops Records)
2019: Steel Pulse – Mass Manipulation (Rootfire Cooperative / Wiseman Doctrine)

Oltre al podcast qui sotto potrete leggere, in ordine rigorosamente alfabetico e anti-spoiler, le recensioni a cura della Penna Verde sui 10 album selezionati.

CHEZIDEK & THE LIGERIANS – TIMELESS
(Soulnurse Records / Baco Records)

Album godibilissimo tra i tre prodotti nel 2020 da Chezidek. Un bel roots ben cantato pur senza particolari picchi di creatività ma con uno standard qualitativo molto alto, anche grazie alla bravura della band francese The Ligerians.

DR. ISRAEL – DR. ISRAEL IN DUB
(Echo Beach)

Disco che riconcilia col dub puro, quello da higher meditation, suonato ma con una sapiente spruzzata digitale. Ottimo dosaggio degli ingredienti per il veterano statunitense Dr. Israel, con Dub In A Babylon tune più suonata dell’album nelle statistiche Spotify non a caso. Ogni brano comunque è un biglietto di sola andata per un viaggio di oltre un’ora che va goduto in una situazione di ascolto chill out totale.

IRON DUBZ – TUFF LIKE IRON
(Evidence Music)

Un album, una session. Dal primo all’ultimo pezzo davanti al sound, fa salire una scimmia pazzesca di yard con le sue lunghe intro senza bassi prima che esplodano le vibes, anche super conscious come testi. Tanti vocalist illustri da Queen Omega a Daddy Freddy passando per King Kong, ma Police di Ranking Joe è un anthem antologico e infatti potete andarlo a sentire nella chart internazionale (non a caso “verso la fine”…).

IRREGULAR ROOTS – SHOWCASE
(A-Lone Production)

Bel rootsettone da Saragozza targato A-Lone Production. Come l’anno scorso con Virginia Rivera, ancora una volta Roberto Sanchez ci apre un gradito orizzonte sul reggae spagnolo facendoci conoscere una band di assoluto livello come gli Irregular Roots. Molto difficile scegliere due pezzi preferiti in una tracklist di sei potentissimi rockers più relativi dub: se questo è solo l’album di esordio, varrà la pena seguire con interesse questa band.

KINGSTON EXPRESS – THE FOOT OF THE MOUNTAIN
(Kingston Express Records)

Tantissimi campioni del panorama reggae internazionale hanno cantato sulle ottime note new roots dei Kingston Express su un album piacevole e mai monotono. Merita di essere citata la non banale rivisitazione di Stranger Things con Horace Andy.

MIDNIGHT RIDERS MEETS NARAM RHYTHM SECTION
(Red Robin Records)

Un bel repertorio che attraversa reggae e dub a bordo di pezzi dall’esplicita ispirazione giamaicana che confluiscono educatamente in digital roots più moderni senza aggiunte repentine di bpm. Bel colpo della label neozelandese Red Robin che valorizza la rodata accoppiata Winston ‘Midnight Riders’ Powell alla voce e Naram alle basi.

SOOM T – THE ARCH
(Kunta Production / X-Ray Production)

Tanta attesa per questo album che si apre con l’esplosivo singolo uscito in anteprima Original That’s Me (già in chart) e prosegue sullo stesso mood incontenibile. Soom T canta e ‘mpunna con la stessa facilità con cui io mi bevo un caffè e fa emergere definitivamente le sue elevatissime doti al microfono. Aspettative pienamente rispettate, dunque: un disco che non annoia mai e fa vibrare dall’inizio alla fine sia dalle casse di una radio sia da quelle di un sound system.

TOOTS & THE MAYTALS – GOT TO BE THOUGH
(Trojan Jamaica)

L’album che scrive l’epitaffio del compianto Toots Hibbert è un’enciclopedia che racchiude la sua grandezza musicale a 360 gradi. Le contaminazioni soul e blues oltre ai classici reggae e rocksteady non possono suonare nuove alle orecchie degli appassionati ma proprio per questo rappresentano il marchio di fabbrica che Toots ci lascia in eredità con un disco che può essere tranquillamente ascoltato anche da non amanti dei ritmi in levare.

VICTOR RICE – DRINK
(Easy Star Records)

Il solito elegante Victor Rice. Il suo Drink è proprio come un buon vecchio vino che tieni conservato per le grandi occasioni e da cui sai sempre cosa aspettarti. Sonorità iberico-lusitane riscaldano il consueto tappeto ska-jazz che ha già trionfato in passato in questa chart e che per questo forse non suona così originale adesso.

WILLI WILLIAMS – GLORY TO THE KING
(A-Lone Productions)

Album ineccepibile. Il ritorno sulle scene della bella e dolcissima voce di Willi Williams non poteva avere miglior accompagnamento nella A-Lone Ark Band guidata da Roberto Sanchez insieme ai tanti engineers che ne hanno curato i rispettivi dub che seguono ogni canzone.

Nella prossima puntata, in onda su Radiosonar, Gemini e Rogna sabato 23 gennaio dalle 12, assegneremo anche quest’anno i tre R&D Vibes’ Reggae Radio Awards, in omaggio al producer, etichetta e artista che più ci hanno impressionato nel 2020.